mercoledì 14 maggio 2014

The Lone ranger (2013)


Locandina del film, con i due
protagonisti.
Di questi tempi l'uscita di nuovi film western è cosa rara, soprattutto se si parla di grandi produzioni destinate a un pubblico molto vasto. Per questo attorno al film "The Lone ranger" si erano venute ad accumulare forti aspettative, trattandosi della nuova prova della coppia Verbinsky & Deep, dopo il grosso successo ottenuto con la serie dei pirati dei Caraibi. Purtroppo i timori attorno a questo film si sono rivelati fondati, confermati anche dallo scarso incasso e dalla tiepida accoglienza da parte di critica e pubblico.

Sostanzialmente si tratta di un film brutto, in cui sono veramente poche le cose che si salvano e onestamente non mi va di mettermi a fare un riassunto della trama (ma se proprio vi interessa, ne potete trovare una versione esaustiva qui).
Preferisco invece parlare di cosa non va, a partire dal protagonista, che secondo me è uno dei peggiori che abbia mai visto in un film western. Il problema non è tanto la prestazione di Armie Hammer, che secondo me è passabile soprattutto nei duetti con Jonny Deep, ma piuttosto il modo in cui è stato costruito il personaggio del Lone ranger.
La storia del cittadino istruito pieno di principi morali che si avventura nel selvaggio west prima di tutto non è per nulla originale (Faccia a faccia del 1967, diretto da Sergio Sollima, sfruttava la stessa idea iniziale, sviluppandola poi in maniera molto più sensata), ma la svolta che avrebbe dovuto trasformare il giovane avvocato pieno di principi in un implacabile vendicatore non si palesa mai, anche se è quello che, magari anche solo inconsciamente, tutti si aspettano. E questo rende del tutto illogico e quindi inverosimile l'atteggiamento del personaggio:  paradossalmente è molto più verosimile Tonto nella sua ricerca di vendetta, perlomeno a livello di motivazioni.

Un altro problema è che non si capisce bene che genere di film sia: in certi frangenti sembra di essere di fronte a un film per ragazzi, e quindi con tutte le limitazioni che un film del genere impone, mentre in altre scene l'impressione è che si punti ad accontentare anche un pubblico più adulto. Il risultato però è che non si riesce a soddisfare nessuna delle due fasce di spettatori: un vendicatore mascherato che si rifiuta di sparare contro i suoi avversari può essere un personaggio adatto a un film per ragazzi, ma diventa del tutto assurdo in un film che cerca di prendersi un po' troppo sul serio, come in molti frangenti capita a The Lone ranger. Facciamo pure un esempio: in un classico della commedia western come "Lo chiamavano Trinità", abbiamo due protagonisti che, nell'arco dell'intero film, non uccidono neanche una persona, preferendo riempire  di cazzotti e schiaffoni i loro avversari. Nonostante questo il film funziona perché ha ben chiaro quale è il suo target di riferimento, tanto da mantenere questo tono da commedia per tutta la durata del film. Anche i cattivi di turno sono sostanzialmente delle macchiette comiche  coerenti con il genere di film proposto.
William Fitchner nei panni del crudele
Butch Cavendish.
Non è questa la situazione di Lone ranger: i due protagonisti da commedia vengono messi a confronto con due cattivi di tutto rispetto, che non sfigurerebbero in un western "serio". In una situazione del genere, è del tutto irrealistico che i due protagonisti, uno più tonto dell'altro, riescano a sopraffare i loro avversari che non si fanno scrupoli a uccidere e a fare a pezzi i loro avversari.

Il film poi è troppo lungo, con le scene d'azione concentrate all'inizio e alla fine del film, mentre nel mezzo il ritmo tende a rallentare un po' troppo, almeno per i miei gusti; per come la vedo io, se si vuole semplicemente fare un film di puro intrattenimento, un'ora e mezza di film sono più che sufficienti. Inoltre viene a mancare quel senso di epicità che invece pervadeva "I pirati dei Caraibi", soprattutto nelle scene d'azione, in parte perché la sceneggiatura tende a proporre una trama ridicola e totalmente inverosimile, ma anche a causa di una colonna sonora che manca di epicità e non è per nulla coinvolgente. Onestamente ho poi trovato del tutto assurda e pacchiana la scena dello scontro finale sul treno con l'overture del Guglielmo Tell di Rossini a dettare il ritmo.
Del film si salva l'ambientazione, molto bella e anche molto ben curata a livello di inquadrature e fotografia, e il personaggio di Tonto che, benché a volte sembri un po' troppo sopra le righe, è stato in più frangenti l'unico motivo per cui ho continuato a vedere il film fino alla fine.

STORIA:  la storia di per sé non è terribile, ma è piena di buchi logici che la rendono inverosimile e quindi difficile da digerire. 4/10

PERSONAGGI: John Ried è uno dei personaggi western più fastidiosi che mi sia mai capitato di vedere, mentre Tonto è una delle pochissime cose che si salvano del film. Molto buona anche la prova di  William Fichtner nei panni di Butch Cavendish. 5/10

COMPONENTE FEMMINILE: due i personaggi femminili. Il più interessante è quello di Red Harrington, interpretato da Helena Bonham Carter, padrona di una casa di tolleranza con una gamba in avorio che nasconde una sorta di fucile che userà in un paio di occasioni. Molto più insipido il personaggio di  Rebecca Reid (Ruth Wilson). 5/10

AMBIENTAZIONE: ottimi gli scenari e anche come sono stati gestiti, soprattutto a livello di inquadrature e fotografia. Forse l'unico vero motivo per cui consiglierei la visione di questo film. 8/10

SPARATORIE: le scene d'azione sono concentrate all'inizio e alla fine del film, e sono gestite in maniera dignitose, anche se troppo spesso  appaiono troppo inverosimili. In più non sono accompagnate da una colonna sonora in grado di valorizzarle. 6/10


COLONNA SONORA: non ai livelli di "I pirati dei Caraibi"; manca totalmente di epicità e non riesce a essere coinvolgente. 5/10

Nessun commento:

Posta un commento