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| Locandina del film, con i due protagonisti. |
Di questi tempi l'uscita di nuovi film western è cosa rara,
soprattutto se si parla di grandi produzioni destinate a un pubblico molto
vasto. Per questo attorno al film "The
Lone ranger" si erano venute ad accumulare forti aspettative,
trattandosi della nuova prova della coppia Verbinsky
& Deep, dopo il grosso successo ottenuto con la serie dei pirati dei Caraibi. Purtroppo i timori
attorno a questo film si sono rivelati fondati, confermati anche dallo scarso
incasso e dalla tiepida accoglienza da parte di critica e pubblico.
Sostanzialmente si tratta di un film brutto, in cui sono veramente
poche le cose che si salvano e onestamente non mi va di mettermi a fare un
riassunto della trama (ma se proprio vi interessa, ne potete trovare una
versione esaustiva qui).
Preferisco invece parlare di cosa non va, a
partire dal protagonista, che secondo me è uno dei peggiori che abbia mai visto in un film western. Il problema non è
tanto la prestazione di Armie Hammer,
che secondo me è passabile soprattutto nei duetti con Jonny Deep, ma piuttosto il modo in cui è stato costruito il
personaggio del Lone ranger.
La storia del cittadino istruito pieno di
principi morali che si avventura nel selvaggio west prima di tutto non è per
nulla originale (Faccia a faccia del
1967, diretto da Sergio Sollima,
sfruttava la stessa idea iniziale, sviluppandola poi in maniera molto più
sensata), ma la svolta che avrebbe dovuto trasformare il giovane avvocato pieno
di principi in un implacabile vendicatore non si palesa mai, anche se è quello
che, magari anche solo inconsciamente, tutti si aspettano. E questo rende del
tutto illogico e quindi inverosimile l'atteggiamento del
personaggio: paradossalmente è molto più
verosimile Tonto nella sua ricerca
di vendetta, perlomeno a livello di motivazioni.
Un altro problema è che non si capisce bene
che genere di film sia: in certi frangenti sembra di essere di fronte a un film per ragazzi, e quindi con tutte le
limitazioni che un film del genere impone, mentre in altre scene l'impressione
è che si punti ad accontentare anche un pubblico più adulto. Il risultato però
è che non si riesce a soddisfare nessuna delle due fasce di spettatori: un
vendicatore mascherato che si rifiuta di
sparare contro i suoi avversari può essere un personaggio adatto a un film
per ragazzi, ma diventa del tutto assurdo in un film che cerca di prendersi un
po' troppo sul serio, come in molti frangenti capita a The Lone ranger.
Facciamo pure un esempio: in un classico della commedia western come "Lo chiamavano Trinità", abbiamo due
protagonisti che, nell'arco dell'intero film, non uccidono neanche una persona,
preferendo riempire di cazzotti e
schiaffoni i loro avversari. Nonostante questo il film funziona perché ha ben
chiaro quale è il suo target di riferimento, tanto da mantenere questo tono da
commedia per tutta la durata del film. Anche i cattivi di turno sono
sostanzialmente delle macchiette comiche
coerenti con il genere di film proposto.
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| William Fitchner nei panni del crudele Butch Cavendish. |
Non è questa la situazione di Lone ranger:
i due protagonisti da commedia vengono messi a confronto con due cattivi di
tutto rispetto, che non sfigurerebbero in un western "serio". In una
situazione del genere, è del tutto irrealistico
che i due protagonisti, uno più tonto dell'altro, riescano a sopraffare i loro
avversari che non si fanno scrupoli a uccidere e a fare a pezzi i loro
avversari.
Il film poi è troppo lungo, con le scene d'azione concentrate all'inizio e alla
fine del film, mentre nel mezzo il ritmo tende a rallentare un po' troppo,
almeno per i miei gusti; per come la vedo io, se si vuole semplicemente fare un
film di puro intrattenimento, un'ora e mezza di film sono più che sufficienti.
Inoltre viene a mancare quel senso di epicità
che invece pervadeva "I pirati dei Caraibi", soprattutto nelle scene
d'azione, in parte perché la sceneggiatura tende a proporre una trama ridicola e totalmente inverosimile, ma anche a causa di una
colonna sonora che manca di epicità e non è per nulla coinvolgente. Onestamente
ho poi trovato del tutto assurda e pacchiana
la scena dello scontro finale sul treno con l'overture del Guglielmo Tell di
Rossini a dettare il ritmo.
Del film si salva l'ambientazione, molto bella e anche molto ben curata a livello di
inquadrature e fotografia, e il personaggio di Tonto che, benché a volte sembri un po' troppo sopra le righe, è
stato in più frangenti l'unico motivo per cui ho continuato a vedere il film
fino alla fine.
STORIA: la storia di per sé non è terribile, ma è
piena di buchi logici che la rendono inverosimile e quindi difficile da
digerire. 4/10
PERSONAGGI: John Ried è uno
dei personaggi western più fastidiosi che mi sia mai capitato di vedere, mentre
Tonto è una delle pochissime cose che si salvano del film. Molto buona anche la
prova di William Fichtner nei panni di Butch
Cavendish. 5/10
COMPONENTE
FEMMINILE:
due i personaggi femminili. Il più interessante è quello di Red Harrington, interpretato da Helena Bonham Carter, padrona di una
casa di tolleranza con una gamba in avorio che nasconde una sorta di fucile che
userà in un paio di occasioni. Molto più insipido il personaggio di Rebecca Reid (Ruth Wilson). 5/10
AMBIENTAZIONE: ottimi gli
scenari e anche come sono stati gestiti, soprattutto a livello di inquadrature
e fotografia. Forse l'unico vero motivo per cui consiglierei la visione di
questo film. 8/10
SPARATORIE: le scene d'azione
sono concentrate all'inizio e alla fine del film, e sono gestite in maniera
dignitose, anche se troppo spesso
appaiono troppo inverosimili. In più non sono accompagnate da una
colonna sonora in grado di valorizzarle. 6/10
COLONNA
SONORA:
non ai livelli di "I pirati dei Caraibi"; manca totalmente di epicità
e non riesce a essere coinvolgente. 5/10


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