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| Poster Rio grande |
Rio Grande è un classico del cinema western
diretto da John Ford nel 1950 e che ha come protagonista il
grande John Wayne.
Si tratta del terzo film della famosa "trilogia della cavalleria" di John Ford, che comprende anche Il massacro di Fort Apache (1948) e I cavalieri del Nord Ovest (1949).
In Italia, per motivi a me incomprensibili, il titolo è diventato Rio Bravo, che è il titolo di un altro
film western sempre con John Wayne del 1959 che in Italia è stato tradotto col
titolo "Un dollaro d'onore".
Il film è ambientato nel 1879
sulla frontiera tra Texas e Messico dove il colonnello Kirby Yorke (John Wayne)
guida un avamposto della cavalleria, con l'ordine di fronteggiare le ripetute e
selvagge scorribande degli indiani.
Un giorno il figlio del colonnello, Jefferson Yorke (Claude
Jarman Jr.), arriva al campo assieme a un gruppo di nuove reclute. Il
ragazzo aveva provato a intraprendere la carriera da ufficiale, ma fallisce gli
esami a West Point, per cui ha deciso
di proseguire la sua carriera militare come soldato semplice. Inizialmente il
colonnello Yorke cerca di mantenere un atteggiamento distaccato nei confronti
del figlio, ma in più di un occasione si abbandona ad atteggiamenti protettivi.
Comunque sul campo il ragazzo dimostra di essere un buon soldato, ma a questo
punto al campo giunge la madre di Jefferson, Kathleen Yorke (Maureen O’Hara),
intenzionata a riportarlo a casa. Ovviamente non è così semplice, perché la
richiesta deve essere sottoscritta dallo stesso Jefferson, che appare molto
risoluto nel continuare per la propria strada, e l'autorizzazione deve essere
concessa dal colonnello Yorke.
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| La famiglia Yorke al completo. |
È evidente fin dal primo momento che la situazione tra Yorke e la
moglie è alquanto complessa: da un lato c'è ancora una forte attrazione tra loro,
ma la moglie non ha ancora perdonato quanto accaduto 15 anni prima durante la campagna della Valle dello Shenandoah,
quando il colonnello Yorke, ubbidendo a ordini superiori, dette fuoco a molte
fattorie sudiste, tra cui quella della famiglia di sua moglie.
Durante l'addestramento veniamo a scoprire anche che una delle
nuove reclute, il soldato Tyree (interpretato da Ben Johnson, che avrà una lunga carriera che lo porterà a recitare anche con Clint Eastwood, nel 1968, in Impiccalo più in alto), è accusato di omicidio,
ma riesce a fuggire prima che lo sceriffo riuscisse a catturarlo.
A un certo punto gli indiani attaccano il campo; la cavalleria risponde
all'attacco, ma per l'ennesima volta il colonnello York deve desistere dallo
sferrare l'attacco finale agli indiani perché costretto a fermarsi sulle sponde
del Rio Grande, al confine con il Messico.
Poi finalmente il generale
Sheridan (J. Carrol Naish)concede
a York questa possibilità, a patto che se ne assuma tutte le responsabilità,
soprattutto in caso di esito negativo. Per York è l'occasione che attendeva da
una vita: organizza una spedizione al di là del Rio Grande, mentre il resto
della cavalleria avrebbe scortato la carovana di donne e bambini fino a Fort
Bliss.
Purtroppo sono quest'ultimi a vedersela con gli indiani, che riusciranno anche a rapire
un gruppo di bambini. Per fortuna il soldato Tyree, in precedenza fuggito dal
campo, intercetta gli indiani in fuga scoprendo il loro nascondiglio. Non solo:
una volta raggiunto il colonnello York, si offre volontario come avanguardia
nella missione di recupero dei bambini. York accetta l'offerta, concedendogli
di scegliere le persone da portare con sé in questa pericolosa missione; tra le
persone scelte da Tyree, c'è anche Jefferson.
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| Il soldato Tyree in azione contro gli indiani. |
La missione di recupero è un pieno successo, anche se il
colonnello York rimane ferito da una freccia; Jefferson riceve un'onorificenza
mentre Tyree, con l'aiuto del colonnello, riesce ancora una volta a fuggire
allo sceriffo che ha alle calcagna.
Rio Grande è un film che appartiene all'epoca classica del cinema western, dove gli indiani erano i cattivi
e l'uomo bianco rappresentava sempre la parte buona. Non dico questo con tono
polemico; piuttosto si tratta di una semplice osservazione che resta valida per
la gran parte del cinema western prodotto negli anni '50.
Il film, oltre per l'ottima regia e gli scenari spettacolari
nonostante il bianco e nero, è ricordato soprattutto perché presenta per la
prima volta la coppia formata da John Wayne e Maureen O'Hara.
La coppia appare fin da subito molto affiatata, con John Wayne
veramente a proprio agio nel ruolo del colonnello della cavalleria strenuamente
ligio al suo dovere, mentre la O'Hara è molto convincente nel ruolo della fiera
e aggressiva donna del Sud.
I due reciteranno insieme in altri quattro film: Un uomo tranquillo (1952), Le ali delle aquile (1957), McLintock! (1963 e Il grande Jake (1971).
Una cosa interessante in questo film è l’inserimento nella storia
di personaggi e fatti reali, che collocano il film in un preciso contesto
storico. In particolare mi riferisco al Generale
Philip Sheridan, che è realmente esistito ed è stato un protagonista della campagna della Valle dello Shenandoah nel
1864 e, a guerra di Secessione terminata, ebbe un ruolo determinante nelle
guerre indiane.
STORIA: la storia è ben gestita e mescola in modo armonioso scene di azione con momenti
più tranquilli, per la maggior parte incentrati sul rapporto tra Yorke e la
moglie. In generale comunque la storia è piuttosto lineare e piacevole da seguire. 7/10
PERSONAGGI: John Wayne è semplicemente perfetto nel
ruolo del protagonista, e anche il resto del cast si comporta ottimamente.
Personalmente ho apprezzato molto il personaggio del soldato Tyree, che con il suo atteggiamento un po’ guascone
fornisce una maggiore vitalità al film, soprattutto nelle parti più salienti. 7/10
COMPONENTE
FEMMINILE:
l’unica protagonista femminile è interpretato da Maureen O’Hara, che regge bene la scena, anche considerando che
praticamente l’intero film si svolge all’interno di un campo militare. 7/10
AMBIENTAZIONE: che dire, la Monument Valley riesce ad apparire
straordinaria anche in immagini in bianco e nero. 8/10
SPARATORIE: le scene d'azione
in realtà non sono tante ma a mio parere sono ben gestite, soprattutto per quanto riguarda l’attacco da parte
degli indiani al convoglio di donne e bambini e anche l’attacco finale della cavalleria
al rifugio indiano. Certo, oggi fanno un po’ sorridere le parti in cui le scene
sono state volutamente velocizzate
per dare più dinamicità agli scontri a fuoco, ma sarebbe ingiusto non tenere in
considerazione che si tratta di un film girato nel 1950. E comunque rimane un
punto a favore il fatto che anche nelle scene più frenetiche lo spettatore è
sempre in grado di capire chi spara a chi e più in generale cosa sta succedendo.
8/10
COLONNA
SONORA:
onestamente ho trovato un po’ eccessive
le parti cantate, e anche un po’ noiose.
Ma come detto in precedenza, va tenuto conto che probabilmente questo era ciò
che invece piaceva al pubblico dell’epoca. 6/10




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