mercoledì 28 maggio 2014

Rio grande (1950)

Poster Rio grande
Rio Grande è un classico del cinema western diretto da John Ford nel 1950 e che ha come protagonista il grande John Wayne.
Si tratta del terzo film della famosa "trilogia della cavalleria" di John Ford, che comprende anche Il massacro di Fort Apache (1948) e I cavalieri del Nord Ovest (1949).
In Italia, per motivi a me incomprensibili, il titolo è diventato Rio Bravo, che è il titolo di un altro film western sempre con John Wayne del 1959 che in Italia è stato tradotto col titolo "Un dollaro d'onore".

Il film è ambientato nel 1879 sulla frontiera tra Texas e Messico dove il colonnello Kirby Yorke (John Wayne) guida un avamposto della cavalleria, con l'ordine di fronteggiare le ripetute e selvagge scorribande degli indiani.
Un giorno il figlio del colonnello, Jefferson Yorke (Claude Jarman Jr.), arriva al campo assieme a un gruppo di nuove reclute. Il ragazzo aveva provato a intraprendere la carriera da ufficiale, ma fallisce gli esami a West Point, per cui ha deciso di proseguire la sua carriera militare come soldato semplice. Inizialmente il colonnello Yorke cerca di mantenere un atteggiamento distaccato nei confronti del figlio, ma in più di un occasione si abbandona ad atteggiamenti protettivi. Comunque sul campo il ragazzo dimostra di essere un buon soldato, ma a questo punto al campo giunge la madre di Jefferson, Kathleen Yorke (Maureen O’Hara), intenzionata a riportarlo a casa. Ovviamente non è così semplice, perché la richiesta deve essere sottoscritta dallo stesso Jefferson, che appare molto risoluto nel continuare per la propria strada, e l'autorizzazione deve essere concessa dal colonnello Yorke.
La famiglia Yorke al completo.
È evidente fin dal primo momento che la situazione tra Yorke e la moglie è alquanto complessa: da un lato c'è ancora una forte attrazione tra loro, ma la moglie non ha ancora perdonato quanto accaduto 15 anni prima durante la campagna della Valle dello Shenandoah, quando il colonnello Yorke, ubbidendo a ordini superiori, dette fuoco a molte fattorie sudiste, tra cui quella della famiglia di sua moglie.
Durante l'addestramento veniamo a scoprire anche che una delle nuove reclute, il soldato Tyree (interpretato da Ben Johnson, che avrà una lunga carriera che lo porterà a recitare anche con Clint Eastwood, nel 1968, in Impiccalo più in alto), è accusato di omicidio, ma riesce a fuggire prima che lo sceriffo riuscisse a catturarlo.
A un certo punto gli indiani attaccano il campo; la cavalleria risponde all'attacco, ma per l'ennesima volta il colonnello York deve desistere dallo sferrare l'attacco finale agli indiani perché costretto a fermarsi sulle sponde del Rio Grande, al confine con il Messico.
Poi finalmente il generale Sheridan (J. Carrol Naish)concede a York questa possibilità, a patto che se ne assuma tutte le responsabilità, soprattutto in caso di esito negativo. Per York è l'occasione che attendeva da una vita: organizza una spedizione al di là del Rio Grande, mentre il resto della cavalleria avrebbe scortato la carovana di donne e bambini fino a Fort Bliss.
Purtroppo sono quest'ultimi a vedersela con gli indiani, che riusciranno anche a rapire un gruppo di bambini. Per fortuna il soldato Tyree, in precedenza fuggito dal campo, intercetta gli indiani in fuga scoprendo il loro nascondiglio. Non solo: una volta raggiunto il colonnello York, si offre volontario come avanguardia nella missione di recupero dei bambini. York accetta l'offerta, concedendogli di scegliere le persone da portare con sé in questa pericolosa missione; tra le persone scelte da Tyree, c'è anche Jefferson.
Il soldato Tyree in azione contro gli indiani.
La missione di recupero è un pieno successo, anche se il colonnello York rimane ferito da una freccia; Jefferson riceve un'onorificenza mentre Tyree, con l'aiuto del colonnello, riesce ancora una volta a fuggire allo sceriffo che ha alle calcagna.

Rio Grande è un film che appartiene all'epoca classica del cinema western, dove gli indiani erano i cattivi e l'uomo bianco rappresentava sempre la parte buona. Non dico questo con tono polemico; piuttosto si tratta di una semplice osservazione che resta valida per la gran parte del cinema western prodotto negli anni '50.
Il film, oltre per l'ottima regia e gli scenari spettacolari nonostante il bianco e nero, è ricordato soprattutto perché presenta per la prima volta la coppia formata da John Wayne e Maureen O'Hara.
La coppia appare fin da subito molto affiatata, con John Wayne veramente a proprio agio nel ruolo del colonnello della cavalleria strenuamente ligio al suo dovere, mentre la O'Hara è molto convincente nel ruolo della fiera e aggressiva donna del Sud.
I due reciteranno insieme in altri quattro film: Un uomo tranquillo (1952), Le ali delle aquile (1957), McLintock! (1963 e Il grande Jake (1971).
Una cosa interessante in questo film è l’inserimento nella storia di personaggi e fatti reali, che collocano il film in un preciso contesto storico. In particolare mi riferisco al Generale Philip Sheridan, che è realmente esistito ed è stato un protagonista della campagna della Valle dello Shenandoah nel 1864 e, a guerra di Secessione terminata, ebbe un ruolo determinante nelle guerre indiane.
 
Un'immagine del vero generale
Philip Sheridan
STORIA:  la storia è ben gestita e mescola in modo armonioso scene di azione con momenti più tranquilli, per la maggior parte incentrati sul rapporto tra Yorke e la moglie. In generale comunque la storia è piuttosto lineare e piacevole da seguire. 7/10

PERSONAGGI: John Wayne è semplicemente perfetto nel ruolo del protagonista, e anche il resto del cast si comporta ottimamente. Personalmente ho apprezzato molto il personaggio del soldato Tyree, che con il suo atteggiamento un po’ guascone fornisce una maggiore vitalità al film, soprattutto nelle parti più salienti. 7/10

COMPONENTE FEMMINILE: l’unica protagonista femminile è interpretato da Maureen O’Hara, che regge bene la scena, anche considerando che praticamente l’intero film si svolge all’interno di un campo militare. 7/10

AMBIENTAZIONE: che dire, la Monument Valley riesce ad apparire straordinaria anche in immagini in bianco e nero. 8/10

SPARATORIE: le scene d'azione in realtà non sono tante ma a mio parere sono ben gestite, soprattutto per quanto riguarda l’attacco da parte degli indiani al convoglio di donne e bambini e anche l’attacco finale della cavalleria al rifugio indiano. Certo, oggi fanno un po’ sorridere le parti in cui le scene sono state volutamente velocizzate per dare più dinamicità agli scontri a fuoco, ma sarebbe ingiusto non tenere in considerazione che si tratta di un film girato nel 1950. E comunque rimane un punto a favore il fatto che anche nelle scene più frenetiche lo spettatore è sempre in grado di capire chi spara a chi e più in generale cosa sta succedendo. 8/10

COLONNA SONORA: onestamente ho trovato un po’ eccessive le parti cantate, e anche un po’ noiose. Ma come detto in precedenza, va tenuto conto che probabilmente questo era ciò che invece piaceva al pubblico dell’epoca. 6/10



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