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| Locandina italiana del film |
Il film RoboCop diretto da Paul Verhoeven
nel 1987 è tuttora considerato un'icona del cinema anni '80, e dopo quasi
trent'anni dalla sua uscita, quest'anno è stato rilasciato un remake dal titolo
omonimo. Quindi quale migliore occasione per fare un tuffo nel passato
andandomi a vedere l'intera serie di film?
Trama e personaggi
La storia è ambientata a Detroit, in un
futuro non così lontano. Povertà e delinquenza dilagano per le strade, e le
autorità cittadine appaiono sempre più impotenti, soprattutto nei confronti dei
trasgressori della legge. Per questo si rivolge a una potente multinazionale,
la Omni Consumer Product (OCP) per portare a termine un ambizioso obbiettivo:
dare un nuovo volto alla città, dandole pure un nuovo nome: Delta City. Ma per
fare questo è necessario debellare tutto il crimine che paralizza la città.
L'impiego di robot come l'ED-209 si rivela un fallimento, perché questi hanno
troppi malfunzionamenti.
Nel frattempo un poliziotto della città,
Alex Murphy (un bravo Peter Weller) viene assegnato alla zona più malfamata
della città, dove lavora in coppia con l'agente Ann Lewis (Nancy Allen). I due
si ritrovano ben presto a fronteggiare uno dei più potenti criminali di
Detroit, Clarence Boddicker (Kurtwood Smith) e ad avere la peggio è proprio
Murphy, che viene ucciso in un’esecuzione sommaria guidata dallo stesso
Boddicker.
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| L'ED-209, il fratello maggiore un po' sfigato di RoboCop. |
L'OCP coglie la palla al balzo, dando il
via al progetto RoboCop, ossia la creazione di un cyborg di pattuglia, partendo
da ciò che rimane del corpo di Murphy. Le parti mutilate vengono sostituite da
protesi meccaniche mentre il cervello viene mantenuto in vita e opportunamente potenziato e vincolato a tre direttive
inviolabili: «Ordine pubblico totale», «Proteggere gli innocenti», «Far
rispettare la legge».
RoboCop riscuote da subito un forte
successo nell'opinione pubblica, nonostante i metodi spesso brutali, ma i
ricordi del vecchio Murphy incominciano a riaffiorare in RoboCop, e tra questi
il ricordo della famiglia (che lo crede morto) ma soprattutto dei criminali che
lo hanno assassinato. RoboCop, con l'aiuto dell'agente Lewis, che riconosce in
lui il suo ex collega, cercherà in tutti i modi di catturare e arrestare
Boddicker e la sua banda, e durante le indagini scoprono che anche il vice
presidente della OCP Dick Jones (Ronny Cox) è in combutta con questi criminali.
A questo punto per RoboCop la situazione si farà molto dura, perché avrà contro
anche i potenti mezzi della OCP.
Analisi e commenti
A distanza di quasi trent'anni, devo dire
che il film non è invecchiato male. Certo, la parte informatica del film è del
tutto anacronistica, e gli effetti speciali
realizzati in stop motion da Phil Tippett appaiono un po' datati, ma nel
complesso il film si lascia ancora guardare.
Ovviamente non voglio convincervi che si
tratti di un capolavoro, anche perché non lo penso, ma allo stesso tempo non lo
si può semplicemente considerare uno dei tanti action movie che proliferavano
negli anni '80. Ciò che rende interessante questo film è infatti il suo poter
essere letto su più livelli. Ovviamente a una prima visione è impossibile non
essere attratti dalla quasi esagerata dose di violenza che pervade l'intero
film, e che raggiunge il picco in scene che sono diventate dei veri e propri
cult: chi non ricorda l'esecuzione di Murphy, durante il quale il suo corpo
viene letteralmente fatto a pezzi a colpi di fucile, o il corpo deformato
dall'acido di uno degli scagnozzi di Boddicker che letteralmente esplode dopo
essere stato investito da un auto? Eppure si tratta sempre di una violenza talmente
esagerata da sembrare quasi finta, e quindi non sconvolge più di tanto: nella
maggior parte dei casi ti strappa una risata, mentre in altri casi, come nella
morte di Murphy, l'eccessiva violenza riesce a far entrare in maggiore sintonia
il pubblico con il protagonista (per esempio generando compassione per Murphy e
rabbia nei confronti dei suoi aguzzini).
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| Una delle pubblicità divertenti presenti nel film, |
Un secondo livello di lettura è invece
legato al contesto in cui è ambientato il film: non un futuro utopico molto
caro a certa fantascienza (per esempio la serie Star Trek) ma piuttosto un
futuro distopico e molto credibile, dove le grandi multinazionali si
impossessano di ampi segmenti del settore pubblico, in questo caso quello della
sicurezza, mettendo al primo posto la possibilità di fare soldi a discapito del
benessere dei cittadini. Il film è inoltre interrotto più volte da finti spot
commerciali o da notiziari che rappresentano una forte critica alla società
ultra consumistica che si stava consolidando negli USA verso la fine degli anni
'80; va sicuramente a favore del film il fatto che questa satira che pervade
l'intero film sia rimasta ancora molto attuale. Questo livello di lettura
consente inoltre all'intero film di non prendersi troppo sul serio, e penso che
anche questo abbia contribuito al suo successo.
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| RoboCop e Boddiger durante il loro scontro finale: chissà chi sarà il vincitore... |
Impossibile poi non parlare dell'ottima
prova dell'attore protagonista, Peter Weller, in grado di rendere ben
distinguibili il personaggio di Murphy da RoboCop, nel quale solo per brevi
sprazzi ricompaiono tracce della sua componente umana. Pare che per la parte di
RoboCop sia stato inizialmente opzionato Arnold Schwarzenegger, ma la stazza
fisica dell'autore austriaco fece subito cambiare idea alla produzione
(impossibile farlo entrare nell'armatura di Robocop), che alla fine optò per un
attore dal fisico più esile e, parere personale, molto più espressivo (aspetto
da non sottovalutare, dato che per gran parte del film si ritrova a recitare
solo con la parte inferiore del viso).
Anche il resto del cast risulta molto
credibile, specialmente gli attori che interpretano la parte dei cattivi (Ronny
Cox e Kurtwood Smith su tutti), anche considerando che non si trattava di ruoli
a loro familiari.
Conclusione
Come già detto all'inizio, RoboCop è
considerato giustamente un classico del cinema di fantascienza, e quindi ne
consiglio vivamente la visione, in particolare ai lettori più giovani, dando
per scontato che i più grandicelli lo abbiamo già visto almeno una volta.
Del remake parlerò molto probabilmente in
un altro post; l'unica cosa che mi sento di dire in proposito è che non è così
brutto come temevo all'inizio, ma il RoboCop di Verhoeven è sicuramente
inarrivabile, soprattutto grazie alla naturalezza con cui è riuscito a unire
perfettamente intrattenimento e satira sociale.





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