venerdì 9 maggio 2014

RoboCop (1987)

Locandina italiana del film
Il film RoboCop diretto da Paul Verhoeven nel 1987 è tuttora considerato un'icona del cinema anni '80, e dopo quasi trent'anni dalla sua uscita, quest'anno è stato rilasciato un remake dal titolo omonimo. Quindi quale migliore occasione per fare un tuffo nel passato andandomi a vedere l'intera serie di film?

Trama e personaggi
La storia è ambientata a Detroit, in un futuro non così lontano. Povertà e delinquenza dilagano per le strade, e le autorità cittadine appaiono sempre più impotenti, soprattutto nei confronti dei trasgressori della legge. Per questo si rivolge a una potente multinazionale, la Omni Consumer Product (OCP) per portare a termine un ambizioso obbiettivo: dare un nuovo volto alla città, dandole pure un nuovo nome: Delta City. Ma per fare questo è necessario debellare tutto il crimine che paralizza la città. L'impiego di robot come l'ED-209 si rivela un fallimento, perché questi hanno troppi malfunzionamenti.
Nel frattempo un poliziotto della città, Alex Murphy (un bravo Peter Weller) viene assegnato alla zona più malfamata della città, dove lavora in coppia con l'agente Ann Lewis (Nancy Allen). I due si ritrovano ben presto a fronteggiare uno dei più potenti criminali di Detroit, Clarence Boddicker (Kurtwood Smith) e ad avere la peggio è proprio Murphy, che viene ucciso in un’esecuzione sommaria guidata dallo stesso Boddicker.
L'ED-209, il fratello maggiore
un po' sfigato di RoboCop.
L'OCP coglie la palla al balzo, dando il via al progetto RoboCop, ossia la creazione di un cyborg di pattuglia, partendo da ciò che rimane del corpo di Murphy. Le parti mutilate vengono sostituite da protesi meccaniche mentre il cervello viene mantenuto in vita e opportunamente  potenziato e vincolato a tre direttive inviolabili: «Ordine pubblico totale», «Proteggere gli innocenti», «Far rispettare la legge».
RoboCop riscuote da subito un forte successo nell'opinione pubblica, nonostante i metodi spesso brutali, ma i ricordi del vecchio Murphy incominciano a riaffiorare in RoboCop, e tra questi il ricordo della famiglia (che lo crede morto) ma soprattutto dei criminali che lo hanno assassinato. RoboCop, con l'aiuto dell'agente Lewis, che riconosce in lui il suo ex collega, cercherà in tutti i modi di catturare e arrestare Boddicker e la sua banda, e durante le indagini scoprono che anche il vice presidente della OCP Dick Jones (Ronny Cox) è in combutta con questi criminali. A questo punto per RoboCop la situazione si farà molto dura, perché avrà contro anche i potenti mezzi della OCP.
 
RoboCop in una posa plastica,
sembra uno schermitore.
Analisi e commenti
A distanza di quasi trent'anni, devo dire che il film non è invecchiato male. Certo, la parte informatica del film è del tutto anacronistica, e gli effetti speciali  realizzati in stop motion da Phil Tippett appaiono un po' datati, ma nel complesso il film si lascia ancora guardare.
Ovviamente non voglio convincervi che si tratti di un capolavoro, anche perché non lo penso, ma allo stesso tempo non lo si può semplicemente considerare uno dei tanti action movie che proliferavano negli anni '80. Ciò che rende interessante questo film è infatti il suo poter essere letto su più livelli. Ovviamente a una prima visione è impossibile non essere attratti dalla quasi esagerata dose di violenza che pervade l'intero film, e che raggiunge il picco in scene che sono diventate dei veri e propri cult: chi non ricorda l'esecuzione di Murphy, durante il quale il suo corpo viene letteralmente fatto a pezzi a colpi di fucile, o il corpo deformato dall'acido di uno degli scagnozzi di Boddicker che letteralmente esplode dopo essere stato investito da un auto? Eppure si tratta sempre di una violenza talmente esagerata da sembrare quasi finta, e quindi non sconvolge più di tanto: nella maggior parte dei casi ti strappa una risata, mentre in altri casi, come nella morte di Murphy, l'eccessiva violenza riesce a far entrare in maggiore sintonia il pubblico con il protagonista (per esempio generando compassione per Murphy e rabbia nei confronti dei suoi aguzzini).
Una delle pubblicità divertenti
presenti nel film,
Un secondo livello di lettura è invece legato al contesto in cui è ambientato il film: non un futuro utopico molto caro a certa fantascienza (per esempio la serie Star Trek) ma piuttosto un futuro distopico e molto credibile, dove le grandi multinazionali si impossessano di ampi segmenti del settore pubblico, in questo caso quello della sicurezza, mettendo al primo posto la possibilità di fare soldi a discapito del benessere dei cittadini. Il film è inoltre interrotto più volte da finti spot commerciali o da notiziari che rappresentano una forte critica alla società ultra consumistica che si stava consolidando negli USA verso la fine degli anni '80; va sicuramente a favore del film il fatto che questa satira che pervade l'intero film sia rimasta ancora molto attuale. Questo livello di lettura consente inoltre all'intero film di non prendersi troppo sul serio, e penso che anche questo abbia contribuito al suo successo.
RoboCop e Boddiger durante il loro scontro
finale: chissà chi sarà il vincitore...
Impossibile poi non parlare dell'ottima prova dell'attore protagonista, Peter Weller, in grado di rendere ben distinguibili il personaggio di Murphy da RoboCop, nel quale solo per brevi sprazzi ricompaiono tracce della sua componente umana. Pare che per la parte di RoboCop sia stato inizialmente opzionato Arnold Schwarzenegger, ma la stazza fisica dell'autore austriaco fece subito cambiare idea alla produzione (impossibile farlo entrare nell'armatura di Robocop), che alla fine optò per un attore dal fisico più esile e, parere personale, molto più espressivo (aspetto da non sottovalutare, dato che per gran parte del film si ritrova a recitare solo con la parte inferiore del viso).
Anche il resto del cast risulta molto credibile, specialmente gli attori che interpretano la parte dei cattivi (Ronny Cox e Kurtwood Smith su tutti), anche considerando che non si trattava di ruoli a loro familiari.

Conclusione
Come già detto all'inizio, RoboCop è considerato giustamente un classico del cinema di fantascienza, e quindi ne consiglio vivamente la visione, in particolare ai lettori più giovani, dando per scontato che i più grandicelli lo abbiamo già visto almeno una volta.

Del remake parlerò molto probabilmente in un altro post; l'unica cosa che mi sento di dire in proposito è che non è così brutto come temevo all'inizio, ma il RoboCop di Verhoeven è sicuramente inarrivabile, soprattutto grazie alla naturalezza con cui è riuscito a unire perfettamente intrattenimento e satira sociale.

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