domenica 11 maggio 2014

Bandido (1956)

Locandina del film
Per chi è appassionato di film western, come me, il canale di Sky dedicato al cinema, Sky classics, è sicuramente un buon punto di riferimento perché ogni settimana la sua programmazione prevede almeno due o tre western.
Ultimamente mi è capitato di vedere questo "Bandido", film del 1956 diretto da Richard Fleischer, regista molto duttile che nella lunga carriera ha spaziato dal cinema d'avventura al noir, passando attraverso famosi kolossal degli anni '60 come "Viaggio allucinante" e "Tora! Tora! Tora!".
Il film è praticamente costruito intorno alla figura di Robert Mitchum, sostenuto da una manciata di comprimari che gli reggono il gioco: Gilbert Roland è più che convincente nella parte del rivoluzionario messicano, mentre Zachary Scott interpreta un trafficante di armi americano in cerca di fortuna durante la guerra in Messico. L'unica componente femminile è rappresentata da Ursula Thiess in quello che probabilmente è il suo ultimo ruolo cinematografico prima del suo ritiro in seguito al matrimonio con Robert Taylor.

Il film è ambientato durante la guerra in Messico nel 1916, dove si fronteggiano l'esercito regolare da un lato, e i ribelli dall'altro. In questo contesto molti avventurieri americani non si fecero scrupoli a sfruttare la situazione per fare soldi, in particolare vendendo armi a una o all'altra parte. In questo contesto si muovono Wilson (Robert Mitchum) e Kennedy (Zachary Scott): quest'ultimo è un vero e proprio trafficante di armi, intenzionato a venderne un bel po' all'esercito regolare, ed è appena giunto in Messico con la moglie Lisa (interpretata da Ursula Thiess), proprio per concludere una consegna. Wilson invece simpatizza per i ribelli guidati dal colonnello Escobar, e sarebbe intenzionato a vendergli delle armi, se ne avesse. Per cui prima entra nelle grazie dei ribelli andando in loro soccorso in un momento di difficoltà, conquistandosi il soprannome di "El alacran" (lo scorpione) e poi architetta un piano insieme a Escobar per rubare le armi a Kennedy prima che le consegni all'esercito regolare.
Da qui in poi sarà un susseguirsi di colpi di scena che porteranno a uno scontato epilogo che non rivelo ma che penso possiate immaginare.

Il cast quasi al completo: Gilber Roland (a destra),
Ursula Thiess e Robert Mitchum.
Se le premesse iniziali del film sono abbastanza semplici, non sempre (anzi, quasi mai) sono chiare le motivazioni alla base delle scelte di Wilson; se all'inizio sembra interessato ad arricchirsi allo stesso modo di Kennedy, anche se vendendo armi al partito opposto, poi pare anteporre davanti a tutto l'amore per una donna (la moglie di Kennedy, tra l'altro) e la vittoria dei ribelli. Insomma, la storia risulta piuttosto sconclusionata e piena di forzature, che si rivelano necessarie  per cercare di tenere tutto assieme.
Del film si salva sostanzialmente l'ambientazione, anche se non sempre viene sfruttata a dovere. Un aspetto curioso di questo western atipico è che il protagonista del film non fronteggia i suoi avversari impugnando una pistola o un fucile, ma piuttosto lanciando granate (!). Le sparatorie, per certi versi uno dei capisaldi del genere, sono ridotte all'osso, e per lo più si tratta di scontri a fuoco tra l'esercito regolare e i ribelli. Non sono proprio terribili da vedere, ma appaiono alquanto confuse e in generale poco coinvolgenti.

In conclusione, si tratta di un western che riesce a intrattenere grazie al ritmo elevato, ma che non coinvolge, a meno che non siate dei fan sfegatati di Robert Mitchum, ma anche in questo caso ritengo che l'attore abbia dato il meglio in altri film.

STORIA: bella l'idea iniziale, ma lo svolgimento del plot è davvero troppo confuso. 5/10

PERSONAGGI: gli attori protagonisti interpretano i vari personaggi in maniera tutto sommato convincente; probabilmente non un Robert Mitchum al suo massimo. 6/10

PERSONAGGI FEMMINILI: c'è un unico personaggio femminile nel film, anche se il suo ruolo non è del tutto marginale. E inoltre dimostra una certa intraprendenza non particolarmente frequente tra i personaggi femminili nel cinema western. 6/10

SPARATORIE: come già detto, si tratta di un western atipico, e non ci sono vere e proprie sparatorie, ma diversi scontri a fuoco tra i regolari e i ribelli, che come detto, non mi hanno particolarmente convinto. Il protagonista non sparerà mai un colpo, limitandosi a lanciare qualche granata contro i suoi avversari: probabilmente in uno spaghetti western sarebbe stata una grande trovata, qui invece non viene sfruttato bene. 4/10


AMBIENTAZIONE: l'aspetto migliore del film, anche se non sfruttato a dovere. 7/10

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