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| Locandina del film |
Ormai la si può considerare una sorta di
regola: ogni tentativo di remake
porta con sé uno strascico di polemiche ancor prima che il film faccia la sua
comparsa nelle sale, soprattutto se il film originale ha raggiunto negli anni
lo status di cult movie.
Di certo così si può definire il film RoboCop, diretto da Paul Verhoeven nel
1987 e tuttora considerato un'icona del cinema
anni '80.
Il nuovo film diretto da Josè Padilha si discosta sotto molti
aspetti dal film originale, e secondo me è un punto a favore del remake, che
almeno prova a differenziarsi e ad avere un senso autonomo. Piuttosto che fare
una vera e propria recensione, proverò a raccontare il film attraverso 10 differenze che ho colto rispetto
all'originale.
1) Approccio
narrativo: se Verhoeven, nel tentativo di filmare una pesante satira della
cultura americana punta su una massiccia dose di violenza e scene comiche,
Padilha fa un film più serio, con al centro domande filosofiche di un certo
spessore. Per esempio, è giusto che un robot privo di sentimenti possa uccidere
un uomo? Inoltre decide di indagare maggiormente l'esperienza esistenziale di Murphy (qui
interpretato da Joel Kinnaman, già
visto nella serie TV The Killing), che pur nelle vesti di RoboCop cerca di
rimanere il più umano possibile, nonostante la maggior parte del suo corpo sia
una macchina e i tanti sforzi che l'OCP
mette in campo per soffocare la sua componente umana.
2) Intermezzi:
nel film originale Verhoeven ne fa un largo uso, sia con finti spot pubblicitari che con brevi notiziari, per criticare
apertamente la società consumistica americana tipica degli anni '80. Anche
Padilha utilizza questi intermezzi anche se in misura minore, e sempre
attraverso la voce e il volto di Patrick
Novak, interpretato da Samuel L.
Jackson, puntando sul tema di maggior attualità negli USA degli anni 2000,
e cioè la sicurezza nazionale: fin
dove ci si può spingere per difenderla?
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| Robocop e sua moglie |
3)Ruolo
della famiglia: nel primo RoboCop ha un ruolo marginale, limitandosi ad
apparire nei ricordi di RoboCop. Di fatto la sua famiglia è convinta che Murphy
sia morto, ha abbandonato la vecchia casa e ha cercato di rifarsi una vita. Nel
remake invece è la moglie di Murphy ad autorizzare l'intervento che lo
trasformerà in RoboCop, e quest'ultimo continuerà sempre ad avere ricordi della
propria famiglia, con la quale avrà anche diversi contatti. Il rapporto con la
moglie e il figlio (interpretati rispettivamente da Abbie Cornish e John Paul
Ruttan) rappresenterà il principale ostacolo per l'OCP di annullare il lato
umano di RoboCop in modo da controllarne le azioni.
4) Partner:
nell'originale è una donna, Anne Lewis, e avrà un ruolo fondamentale verso la
fine del film, dove salverà la vita a RoboCop più di una volta. Nel remake è
invece un uomo, Jack Lewis (Michael K. Williams), e anche lui si
rivelerà essenziale per RoboCop nella seconda parte del film.
5) Antagonisti:
nell'originale RoboCop dovrà vedersela con il principale criminale della città
e con il vice presidente della OCP, che è in combutta con il criminale. Nel
nuovo film la situazione è
abbastanza simile: prima RoboCop
affronterà il boss del crimine responsabile della "morte" di Murphy, e
nel finale dovrà vedersela con il presidente della OCP (interpretato da Michael Keaton) che tenterà di uccidere
RoboCop quando capisce che non è più sotto il suo controllo.
6) Morte
di Murphy: in realtà nel remake non muore, ma viene ridotto in fin di vita
da un'esplosione causata da un attentato dinamitardo, mentre nell'originale
Murphy viene ucciso e fatto a pezzi a suon di fucilate da Clarence Boddicker e
compari.
7)Creatore:
nell'originale è un dirigente senza scrupoli della OCP, che sfrutta la morte di
Murphy e il fallimento dei robot, e propone al grande capo della OCP il suo
progetto: un cyborg di pattuglia. Nel remake è invece il dottor Dennett Norton, interpretato da
un notevole Gary Oldman, che farà
quasi da padre a RoboCop, aiutandolo anche da un punto di vista psicologico.
8)Armatura
di RoboCop: nell'originale l'armatura di RoboCop era più…
"robotica", se mi passate il termine, tanto da farlo risultare lento e goffo, anche se praticamente inarrestabile. Nel nuovo film
troviamo un'armatura con un design molto simile all'originale, anche se per
gran parte del film sarà di colore nero,
ma soprattutto consente a RoboCop di essere più agile e meno appesantito nei
movimenti.
9)Ruolo
della OCP: nel film originale la OCP riesce ad ottenere l'appalto per la
gestione della sicurezza pubblica della città di Detroit, e vorrebbe integrare il personale umano con dei robot per
debellare più velocemente il crimine. Purtroppo i robot non si dimostrano
affidabili, e quindi si fa strada l'idea di un cyborg di pattuglia. RoboCop per
l'appunto, a cui svuoteranno la memoria dai vecchi ricordi di Murphy, e
inseriranno nel suo cervello una direttiva segreta come misura di sicurezza che
impedisce a RoboCop di arrestare qualunque alto dirigente della OCP. Nel remake
il contesto è completamente differente, e a mio parere è anche più
interessante. La OCP è la principale azienda che produce robot per il controllo
dell'ordine pubblico, che gli USA utilizzano in maniera massiccia nelle
missioni all'estero, mentre una legge ne vieta l'impiego sul suolo americano.
Per aggirare la legge, la OCP decide di creare un cyborg metà uomo e metà
macchina, anche se farà di tutto per soppiantare la componente umana di
RoboCop. Anche nel nuovo film c'è una sorta di direttiva segreta che impedisce
a RoboCop di arrestare i dirigenti della OCP, ma appare molto meno rigida
rispetto all'originale.
10)Armi
e mezzi di trasporto: nel film originale RoboCop ha in dotazione solo una Beretta 93R "Auto 9.", anche
se si rivela essere più che sufficiente, e come mezzo di trasporto continuerà a
utilizzare una semplice auto da pattuglia. Nel remake le armi a disposizione di
RoboCop sono molte di più: una Beretta
Pistol custom (NI-408) in grado di sparare proiettili taser XREP non letali (50,000 Volt) e letali (200,000 Volt), un fucile
d'assalto RoboCop SMG calibro .50 e un Heckler & Koch MP7A1. Ma al di là
delle armi, il nuovo RoboCop ha accesso immediato agli archivi della polizia,
nonché alle immagini di tutte le videocamere di sorveglianza sparse per la
città. Inoltre nel nuovo film il mezzo di trasporto preferito da RoboCop è una moto.
Conclusione
Come il film di Verhoeven, anche il remake
di Robocop è un film che si sviluppa su più
livelli. Padilha ha deciso, in maniera piuttosto evidente, di non calcare
troppo la mano sull'aspetto action del film, preferendo approfondire tematiche morali e filosofiche sul
concetto di umanità e sul rapporto sempre più stretto nella nostra società tra
uomo e macchina. Ma se l'aspetto satirico del film originale è praticamente
assente nel remake di Padilha, questo non significa che anche quest'ultimo film
non contenga una certa denuncia sociale.
Per esempio nel film il popolo americano non approva l'uso di robot per il
controllo dell'ordine pubblico negli Stati Uniti, ma lo trovano accettabile per
il controllo dell'ordine pubblico al di fuori dei propri confini, come se gli
americani debbano godere di diritti maggiori rispetto al resto dell'umanità. In
realtà credo che la critica non sia rivolta solo agli americani, ma a tutto
l'occidente, e probabilmente non è un caso che Padilha sia brasiliano. Andando
avanti, personalmente vedo nel tentativo da parte dell'OCP di controllare il
lato umano di RoboCop una critica alla nostra società in cui la tecnologia
sembra sempre più in grado di controllare le nostre vite.
In definitiva penso il nuovo RoboCop sia un
valido film, che riprende molti spunti dal film originale ma con una
sua distinta originalità che lo rende godibile.





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